eXTReMe Tracker



GRECA ANTICA, RELIGIONE

Complesso di credenze e di culti seguiti dall'età micenea (1600 a.C.) nella Grecia propria, comprese le isole, nell'Asia minore occidentale e a Cipro; dall'VIII secolo a.C. nella Magna Grecia, in Sicilia e sulle coste del mar Nero; dal IV secolo a.C. nelle città della Siria e dell'Egitto. Religione complessa e non unitaria, non si basava su scritti rivelati né su un sacerdozio professionale. Essa si compiva soprattutto come azione: azione sacra per antonomasia era il sacrificio animale con uccisione della vittima e conseguente pasto cerimoniale (ma anche il sacrificio di primizie, l'offerta cioè alla divinità di frutti del campo), nella cornice di feste regolate da un calendario. Il rapporto con la divinità era gestito dal sacerdote (hierèus), semplice funzionario locale del tempio, e dall'indovino (màntis), capace di interpretare i segni con i quali la divinità manifesta la propria volontà. Questi segni potevano essere forniti dal volo degli uccelli o, più spesso, dall'osservazione del fegato della vittima durante il sacrificio. Di qui l'importanza della mantica e dei santuari che emettevano oracoli, quali Delfi e Dodona. Un ruolo importante svolsero anche i culti misterici, cui si accedeva per iniziazione; tra questi, significato panellenico raggiunsero i misteri eleusini. Per i greci gli dei erano antropomorfi: come persone, avevano una conformazione individuale; conducevano un'esistenza simile a quella dell'uomo, amavano, odiavano, potevano generare con l'uomo, ma erano a questo superiori per potenza e sapere, perché immortali e beati. Ogni divinità aveva una sfera di influenza che veniva definita, nella poesia come nel culto, da una serie di epiteti. Così per esempio Zeus era dio della pioggia (Ómbrios), dio del tuono (Keràunos), protettore degli ospiti (Xènios) ecc. Il dio, intervenendo nella vita dell'uomo, gli si manifestava attraverso segni che l'uomo doveva interpretare.

LA POLIS. Soprattutto nel periodo della polis (VI-III secolo a.C.) la religione ebbe una forte impronta sociale. La polis si definiva soprattutto come comunità culturale; segni distintivi della municipalità erano i templi, che fungevano anche da archivio e da tesoro. Le assemblee popolari e i processi si svolgevano in luoghi purificati con sacrifici di maiale. Tra le funzioni principali dei magistrati rientrava la celebrazione di importanti culti e anche la guerra era inserita in una cornice rituale, dai sacrifici che precedevano la partenza dell'esercito ai festeggiamenti per la vittoria e all'offerta del bottino alla divinità. All'ambito culturale appartenevano anche i giochi sportivi e gli agoni drammatici inseriti nel quadro delle feste religiose. Alla celebrazione del sacro partecipava l'intera comunità; la molteplicità dei culti e delle occasioni festive faceva sì che tutti i membri del gruppo, uomini e donne, vecchi e giovani, liberi e schiavi, potessero recitarvi un ruolo. Per l'assenza di un vero e proprio ceto sacerdotale toccava ai poeti l'elaborazione e la trasmissione dei racconti teogonici e cosmogonici. La religione greca fu dunque caratterizzata da un politeismo creato dalla tradizione poetica, da Omero ed Esiodo in particolare.

L'OLIMPO. Riconoscimento panellenico ebbero gli dei olimpici il cui numero era fissato in dodici dal canone ionico-attico. Capo e sovrano degli dei era Zeus, la divinità celeste indeuropea: egli era il dio atmosferico che scaglia i fulmini. Hera, la sposa di Zeus, era la garante dell'ordine matrimoniale, protettrice della maternità e della famiglia. Posidone, fratello di Zeus, era il dio del mare, dei pescatori e dei naviganti, ma anche dei terremoti e delle tempeste: simbolo della sua potenza era il tridente. Atena, dea protettrice della città di Atene, nata dalla testa di Zeus, era la patrona del lavoro femminile, in particolare della tessitura. Apollo, figlio di Zeus e di Latona, era il dio della luce, dell'armonia, inventore della lira, protettore delle arti e delle Muse ma soprattutto dio della profezia (oracolo di Delfi). Artemide, sorella gemella di Apollo, era la signora delle fiere, vergine cacciatrice, attorniata dalle proprie ninfe. Afrodite era la dea della bellezza e dell'amore, rielaborazione greca della divinità orientale Istar Astarte; sua patria era l'isola di Cipro. Hermes era il messaggero degli dei, protettore dei viandanti, dei pastori e dei mercanti, ma anche dei ladri; era inoltre l'accompagnatore delle anime nell'aldilà (psychopompos). Efesto, dio del fuoco e della metallurgia, era il fabbro degli dei; di corpo deforme, era però sposato con Charis, la Grazia, o anche con Afrodite. Ares, figlio di Zeus e di Hera, era il dio della guerra; suo antico nome di culto è Enyalios. Demetra era la dea della fertilità, dell'agricoltura e dei cereali, e la madre di Persefone, la fanciulla che, rapita dal dio degli Inferi, divenne la regina dei morti; il mito della ricerca di Persefone da parte di Demetra era al centro del culto misterico di Eleusi (misteri eleusini). Estia, sorella di Zeus, era la dea del focolare domestico, della città e dello stato. Tra le numerose altre divinità non olimpiche un ruolo di primo piano occupava Dioniso: figlio di Zeus e Semele, era il dio del vino e dell'estasi, attorniato dalle donne in preda a follia (Menadi o Tiadi) e dai Satiri, esseri per metà animali e dai grossi falli. Al suo culto è connessa l'origine della tragedia. Accanto al culto divino ebbe grande importanza nella fede e nella pratica religiosa dei greci il culto degli eroi.

F. Bertolini



W. Burkert, I greci, in Storia delle religioni, Jaca Book, Milano 1984; id., La religione greca, in Introduzione alle culture antiche, vol. III: L'esperienza religiosa, Boringhieri, Torino 1992.